“L’impresa che fa cultura” Confindustria Bari e BAT Gli alunni della Rocca Bovio Palumbo ospiti della Fondazione Di Vagno a Conversano
“Se dico <Tesla>, a cosa pensate?”, sono queste le parole iniziali del discorso con cui Vito Tartamella, filosofo e giornalista, ha incantato stamattina le studentesse e gli studenti delle classi 2ªA e 2ªG della Rocca Bovio Palumbo a Coversano, presso il monastero di San Benedetto, sede della Fondazione “Giuseppe Di Vagno”. All’interno della suggestiva sala in cui si trova la Biblioteca della Fondazione, si è svolta la presentazione del libro “Un salame nello spazio” (Dedalo editore).
Per più di un’ora l’autore Vito Tartamella ha raccontato degli scherzi organizzati da famosissimi scienziati, da Leonardo da Vinci ad Albert Einstein e così a tutti i presenti è stato spiegato che “Tesla” è in primis il nome di un inventore che viene considerato un vero e proprio mago dell’elettronica, ma anche un gran burlone!
Correva l’anno 1898, quando Nikola Tesla presentò in una piccola piscina del Madison Square Garden di New York la prima barca telecomandata della storia: era di metallo, lunga quasi un metro, aveva un’antenna e poteva andare avanti, indietro, curvare e accendere una lucina.
La gente rimase a bocca aperta e alcuni mormorarono che sicuramente al suo interno doveva trovarsi una scimmietta ammaestrata, ma Tesla rispose che non c’era nessuno all’interno e per stupire ancora di più il suo pubblico disse che la sua barca era intelligente! Addirittura gli spettatori più increduli rivolsero alla barca alcune domande matematiche: «Quanto fa 2 + 2?». E la barchetta accendeva la lucina per 4 volte…
La gente era sempre più meravigliata e Tesla sorrideva sotto i suoi baffetti, finché, alla fine, rivelò il suo segreto, mostrando che la barca in realtà obbediva a un telecomando. La notizia finì su tutti i giornali americani, che però parlarono più del suo scherzo che dell’invenzione.
Questa storia è solamente la punta di un enorme iceberg di racconti sensazionali che parlano della slitta di Babbo Natale nello spazio, di un UFO nei cieli di Londra, di un gorilla dentro un’astronave, di un pollo resuscitato da Marconi, di gatti che firmano studi di fisica o ancora della linguaccia di Einstein!
Questi e tanti altri scherzi raccolti nel libro fanno emergere il lato giocoso che alberga nello spirito degli scienziati e sono il modo perfetto per avvicinare al mondo della scienza le ragazze e i ragazzi dagli undici ai quindici anni.Successivamente è stato possibile visitare i locali della Fondazione Giuseppe Di Vagno, che rientra tra i circa 30 siti archeologici, musei e luoghi di cultura pugliesi messi a disposizione degli studenti e delle studentesse delle scuole secondarie di primo grado della Regione, attraverso il progetto “L’impresa che fa cultura 2024”, nato per iniziativa di Confindustra Bari e BAT e Tgr Puglia Rai con l’obiettivo di far conoscere alle nuove generazioni il patrimonio culturale del territorio.
Nei corridoi della Fondazione i nostri ragazzi hanno potuto ammirare la graphic novel intitolata “Il gigante buono” che racconta la vita del parlamentare socialista Giuseppe Di Vagno, originario di Conversano e ucciso all’età di 32 anni da tre colpi di pistola esplosi da mani fasciste, senz’altro utilizzare i nuovi linguaggi per avvicinare le giovani generazioni alla memoria storica del 900 risulta una necessità imprescindibile per la costruzione di una società democratica e antifascista.La mattinata si è poi conclusa con l’immancabile foto di gruppo che ci auguriamo possa a lungo lasciare un ricordo nei cuori dei nostri giovani affinchè possano diventare gli adulti responsabili e appassionati del futuro.
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